Un luogo vivace e ronzante

Aiko e Giuseppe

Newsletter

iscriviti per ricevere direttamente le news sui nostri eventi calabro giapponesi

愛子

Aiko cuoca contadina

Aiko è la fondatrice di Apricus, una piccola azienda apistica in Calabria, ispirata al rispetto per la natura e biodiversità  dove il miele racconta storie di paesaggi incontaminati. Nata a Yamashina, Kyoto, e cresciuta a Yokohama, si è trasferita in Italia nel 2001. Per 18 anni ha lavorato come infermiera in Giappone e in Italia, dedicando la sua vita al prendersi cura degli altri. Ma è stato il richiamo della terra e della cucina a spingerla verso una nuova avventura. Aiko ha deciso di tornare in Giappone per studiare la tadizionale cucina kaiseki, un’arte gastronomica che celebra l’armonia dei sapori, delle stagioni e dell’esteticaOggi, Aiko è una cuoca contadina che celebra la biodiversità e l’innovazione, un ponte tra Oriente e Occidente. Organizza eventi esclusivi, dove gli ingredienti calabresi incontrano la raffinatezza della cucina giapponese. I suoi eventi gastronomici, ispirati alla qualità dei prodotti e del miele, offrono un’esperienza unica che unisce gusto, cultura e rispetto per la natura.

Giuseppe

Giuseppe apicoltore professore

Giuseppe, marito di Aiko, è un calabrese doc nato ad Aprigliano, dove oggi insegna nella scuola secondaria di primo grado.

Laureato in Geologia, ha un profondo legame con la sua terra e una grande passione per la natura. Convinto sostenitore di uno stile di vita in armonia con l’ambiente, ha deciso di dedicarsi all’apicoltura per contribuire alla protezione delle api, oggi in grave pericolo. Per Giuseppe, le api rappresentano un simbolo degli equilibri delicati che regolano la vita sul nostro pianeta.

 

Apricus

Aprigliano è un piccolo borgo, sorto fra le sorgenti del Fiume Crati, la cui storia affonda le radici al periodo preromano. Aprigliano, originariamente chiamato Apricus, trae il suo nome dalla parola latina che significa “esposto al sole”. Abbiamo scelto con cura il nome Apricus per la nostra azienda, desiderando collegare il suo significato non solo al nostro Paese, ma anche agli effetti positivi derivanti dalla sua esposizione al sole, in termini di salute e benessere.

Il territorio di Aprigliano, ricco di bellezze naturali, è intriso di un passato leggendario che ancora oggi si manifesta attraverso le sue antiche strutture e la bellezza paesaggistica e conserva intatta la sua importanza strategica

Le origini di Aprigliano probabilmente abitata in tempi antichissimi dall’antico popolo che diede il nome all’Italia gli italici 10° e l’8° secolo a.C. che furono i primi ad entrare in contatto con i Greci quando arrivarono in Calabria. Quando arrivarono i romani usarono questa postazione come punto di controllo sul tratto settentrionale della Calabria dell’antica via Popilia e la via del Fiume Crati che portava all’altopiano Silano. L’importanza strategica che doveva avere Aprigliano per i romani si intuisce dalla toponomastica da cui si risale alle funzioni e l’organizzazione sociale delle diverse frazioni del tempo. Vico che è la “porta accesso”, punto in cui bisogna passare da uno stretto Canyon dove ci sono tre ponti e un chiesa. Particolarmente evocativo è il nome della frazione “Agosto” probabilmente il centro abitato più antico, associato a Cesare Augusto, suggerisce una connessione diretta con l’Impero Romano. L’origine del nome della frazione Corte, si riferisce alla coorte romana, un’unità militare composta da 480 soldati nell’esercito romano, ne rivela l’importanza strategica. Guarno, chiaramente indicante una “guarnigione”, e Grupa, che è il punto alto o il “groppo” del paese, indica un’antica vedetta da cui si gode di un panorama bellissimo sull’intera valle del F. Crati verso Nord Est e nella valle del F. Savuto a Sud Ovest da dove nelle giornate limpide è possibile vedere il mare.

Le frazioni sono disposte in una configurazione a fortificazione da cui è possibile un controllo strategico sull’antica via Popilia, tracciata lungo le valli dei fiumi Savuto e Crati. Questa posizione privilegiata ha consentito di sorvegliare il territorio senza essere avvistati, garantendo al contempo la supervisione delle vie di comunicazione principali verso la Sila e la parte superiore del fiume Crati verso la Sila. Le chiese di Aprigliano occupano in punti strategici da dove è possibile controllare la valle. La Chiesa di Porto Salvo, chiesa San Demetrio, chiesa di Santo Stefano, Chiesa di San Leonardo, chiesa di S. Maria, Chiesa delle Timpe e la Chiesa dell’Immacolata, chiesa di Santa Lucia, chiesa di Santa Maria delle Grazie, tutte disposte lungo la valle, occupano posizioni strategiche che fungevano da punti di osservazione chiave. Le chiese furono costruite successivamente in quei punti privilegiati da cui le vedette potevano monitorare chiunque intendesse risalire il Fiume Crati.

La convergenza di storia millenaria, contesto naturale e tradizioni locali si riflette in maniera tangibile nei sapori e nelle caratteristiche sensoriali di ogni goccia di miele prodotta in questo posto.

palmento

Apiario nel Palmento

Abbiamo cercato allungo il posto perfetto ed alla fine l’abbiamo trovato a casa. Aprigliano è un paese ricco di biodiversità e privo di fonti inquinanti e coltivazioni intensive lo definiamo il paradiso delle api. L`apiario si trova nella nostra tenuta ad Aprigliano Corte  appartenuto a Don Vincenzo Cosentini, il più antico apicoltore di Aprigliano nato nel 1873. Don Vincenzo Cosentini soprannominato Don Vicianzu U Zuccararu (per il suo dolce lavoro), dopo essere emigrato in America ritornò ad Aprigliano dove intraprese l’attività di apicoltura.

Nel terreno si strova anche una antica costruzione chiamata Palmento una antica costruzione con al centro della stanza principale c`è una vasca di fermentazione usata in epoca romana per fare il vino. La peculiarità di questa struttura storica risiede proprio nella sua doppia funzione: oltre ad ospitare la produzione vinicola, Don Vicianzu la riadattò in modo che potesse custodire alveari al suo interno. Aveva creato delle nicchie nei muri che ospitavano gli alveari ed attraverso dei fori le api potevano liberamente entrare ed uscire dal Palmento, aveva creato il primo apiario del benessere al mondo.

Questo fabbricato agricolo, testimonianza di un’epoca passata, è attualmente al centro di un ambizioso progetto di restauro. La sua rinascita non è soltanto un tentativo di riscoprire le nostre radici, ma mira a trasformare questo luogo unico in un’esperienza immersiva per i visitatori. La fase di ristrutturazione è già iniziata con l’obiettivo di preservare l’autenticità dell’edificio, mantenendo intatte le caratteristiche che lo rendono così speciale. Tuttavia, il vero intento di questo restauro va oltre la mera conservazione dell’architettura: si punta a trasformare il Palmento in uno spazio accogliente per gli ospiti, offrendo loro la possibilità di vivere esperienze sensoriali uniche.

Il progetto di trasformare il Palmento di Don Vicianzu U Zuccararu in un luogo d’incontro per gli amanti della natura, dell’enogastronomia e della storia locale è la speranza che questo sito restaurato diventi un’icona della conservazione del patrimonio storico e un’oasi di conoscenza e piacere per i visitatori di oggi e di domani. La rinascita di questa struttura antica è un esempio tangibile di come il passato possa connettersi con il presente, offrendo esperienze significative che valorizzano la storia e la bellezza della natura.